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Inquinamento olfattivo: i rischi per le aziende che lo producono e gli impianti di filtrazione per abbatterlo

Da redazione

Ottobre 25, 2021

Inquinamento olfattivo: i rischi per le aziende che lo producono e gli impianti di filtrazione per abbatterlo

L’inquinamento ambientale non è solo visibile agli occhi, con tutte le gravi conseguenze riscontrabili in ciò che ci circonda, ma ha anche un odore ben preciso, quello disgustoso  della tossicità. Questo aspetto rende riconoscibile un contesto inquinato fin da lontano, dal momento in cui sentiamo l’aria pesante e maleodorante capiamo cosa ci aspetta a poca distanza. Non è un caso che in molti contesti urbani sorti nei pressi di discariche, aree industriali e altre attività produttive, la popolazione insorga non solo per l’insopportabile odore che questi emanano, ma anche per il drammatico livello di diffusione di alcuni brutti mali, senza dubbio collegati con l’esalazione di polveri e fumi inquinanti provenienti dalle varie lavorazioni in atto.

Questa tipologia di inquinamento è definito olfattivo e in Italia nel corso del tempo si è diventati sempre più sensibili alla tematica tanto che negli anni le normative per contrastare questo fenomeno sono diventate sempre più numerose e stringenti . Ogni azienda che nel suo processo industriale prevede un ciclo produttivo che è volto alla generazione di nubi o nebbie oleose ha l’onere di realizzare degli impianti specifici volti all’abbattimento delle stesse. E’ tenuta altresì  a tenere sotto controllo e verificare la dispersione degli odori, attraverso misurazioni con strumentazioni apposite oltre alle macchine che ne consentano l’abbattimento.

Questo processo è dunque fondamentale anche in ottica futura di salvaguardia ambientale, in quando grazie alla tecnologia già oggi è possibile valutare e monitorare i livelli di odore dispersi in una determinata aera soprattutto nei contesti industriali. Questa è grande opportunità che ci permette di intervenire nei tempi giusti per evitare danni irreparabili.

C’è da sottolineare come a livello normativo i gas, fumi le nebbie oleose e i vapori maleodoranti sono considerati “getto pericoloso di cose” previsto dall’art. 674 del codice penale e specificato per la prima volta nel 2012 in Lombardia. Il reato in questione si definisce come “molestia olfattiva” e chi lo provoca rischia anche se in possesso di certificazione che autorizzi le emissioni.

Negli ultimi anni si è raggiunta dunque l’applicazione di metodologie per la valutazione delle emissioni odorigene attraverso alcune norme Uni (UNI 11761:2019 Emissioni e qualità dell’aria – Determinazione degli odori tramite IOMS (Instrumental Odour Monitoring Systems) e ISPRA (Delibera SNPA n. 38/2018 del 03 ottobre 2018).

E’ dunque importante che ogni azienda che prevede nel suo ciclo di produzione l’emissione di gas nocivi o nebbie oleose adegui il suoi impianti con sistemi strutturali che siano in grado, a norma di legge, di abbattere nella misura richiesta le eventuali emissioni gassosi nocive prodotte dai propri impianti.

In questo contesto possiamo affermare che la tecnologia e l’innovazione ad oggi vengono in aiuto all’ambiente attraverso impianti di filtrazioni di nuova generazione per l’abbattimento delle polveri e delle nebbie oleose.

Vediamone alcuni realizzati da da un’azienda leader in italia Ghirarduzzi che produce impianti riciclaggio e di filtrazione industriale sin dal 1903

  • Impianti filtrazioni a secco o depolveratori a secco, sono usati per eliminare i fumi della fusione dei metalli, polveri provenienti dalla macinazione, trasporto e lavorazione degli stessi, ma anche lavorazioni di sabbiatura, sbavatura e lucidatura.
  • Impianti di aspirazione filtrazione per ambienti esplosivi, in Atmosfere ATEX ZONA 22 G-D, nella frantumazione dei metalli ferrosi e non, e abbattimento fumi e polveri provenienti dalla macinazione, trasporto e lavorazione di questi.
  • Impianti filtrazione a umido, o Scrubber, abbattono le nebbie oleose composte da una emulsione di oli e acqua, causate dalla pressofusione dei metalli e stampaggio a caldo. I vantaggi di questa macchina sono la ridotta dimensione, l’eccellente risultato, la capacità di autopulirsi e di funzionare con acque di recupero, riducendo sensibilmente i costi.
  • L’impianto di abbattimento del C.O.V. e degli odori provenienti ad esempio dalle fonderie dei metalli, viene installato a seguito di una macchina che possa abbattere il materiale solido e funzionano senza interruzioni a causa di verifiche o rigenerazioni. Attraverso l’ossidazione con reagenti chimici si arriva all’eliminazione di odori.
  • Impianti abbattimento odori a secco, installati prima di una macchina che abbatta la parte solida come un filtro a maniche, permette di ridurre lo spreco di energie e avere costi di gestione contenuti.
  • Gli impianti che lavorano tramite filtro elettrostatico, sono ideali in situazioni di produzione di nebbie oleose. Il costo di gestione è davvero limitato e gli impianti possono andare dai 2.000 metri cubi fino agli 80.000 metri cubi.
  • Depurcity, ha moltissimi vantaggi per migliorare la qualità dell’aria in città: l’impianto è mobile o fisso e agisce con una filtrazione assoluta, abbattendo particelle di • di dimensioni inferiori a 1 micro di millimetro, i gas e gli odori, può trattare 150.000 mc/h per un totale di circa 3.600.000 mc/giorno.

Questi impianti sono senza dubbio diventati fondamentali per il rispetto dell’ambiente e chiunque possieda un impianto di produzione che emette gas pericolosi non può più farne a meno come integrazione nel suo ciclo produttivo.

Affidati all’esperienza della ditta GHIRARDUZZI, che opera come azienda specializzata di settore sin dal 1903 per la progettazione di impianti di filtrazione industriale.

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